Psicoterapia
La psicoterapia si occupa della cura di disturbi psicologici di diversa gravità, che vanno dal modesto disadattamento o disagio personale alla sintomatologia grave, e che possono manifestarsi in sintomi nevrotici oppure psicotici, tali da nuocere al benessere di una persona fino ad ostacolarne lo sviluppo, causando fattiva disabilità; a tal fine si avvale di tecniche applicative della psicologia, dalle quali prende specificazione nei suoi diversi orientamenti teorici: psicoterapia cognitivo-comportamentale, psicoterapia psicoanalitica, psicoterapia umanistica, psicoterapia sistemica, psicoterapia psicocorporea e psicoterapia integrativa. (Fonte: Wikipedia)
La psicoterapia di stampo individualpsicologico si colloca nella prospettiva analitica pur differenziandosi in maniera netta dagli altri due principali approcci teorici, quello Fruediano e quello Junghiano. L'approccio adleriano è particolarmente adatto sia a percorsi con adulti che adolescenti. I percorsi analitici possono anche essere inquadrati come percorsi di crescita personale a autoconoscenza, utili a migliorare il proprio rapporto con sè stessi e ad approfondire la conoscenza profonda delle proprie dinamiche psicologiche.
Sul sito dell' Istituto Adler di Milano è possibile consultare numerose risorse per meglio comprendere l'approccio adleriano, di seguito riportiamo una breve sintesi dei concetti principali:
• Sentimento e Complesso di Inferiorità
Adler definisce sentimento di inferiorità la condizione naturale di insufficienza e di insicurezza che manifesta il fanciullo di fronte al mondo ancora sconosciuto. Se gli apporti ambientali gli saranno favorevoli il bambino supererà successivamente il disagio dell’inferiorità. Se gli stimoli saranno negativi o verranno percepiti come tali, si potrà verificare un rafforzamento e una trasformazione dell’ordinario sentimento di inferiorità in complesso di inferiorità.
• Finalismo
Partendo dal concetto di inferiorità Adler impostò una visione finalistica delle dinamiche psichiche: ogni essere umano tende a lottare con i propri limiti in vista di una meta di superiorità e sicurezza. Dietro ogni attività umana c’è una forza fondamentale di base, una spinta da una situazione di minus a una situazione diplus, da un sentimento d’inferiorità a uno di superiorità, perfezione, completezza.
• Compensazioni
In questo cammino prendono corpo le compensazioni, modalità psichiche di costruire pensieri, affetti e comportamenti finalizzati a sconfiggere o a evitare le condizioni di inferiorità reale o percepita. Le compensazioni che non pregiudicano la vita di relazione pongono un effettivo rimedio al sentimento d’inferiorità trasformandolo in uno stimolo capace di indirizzare l’uomo verso mete di autentica valorizzazione. Questo dinamismo può assumere anche valore negativo o presentare a volte dimensioni accentuate, sfociando nelle supercompensazioni di impronta patologica o nelle creazioni del genio.
• Volontà di Potenza e Sentimento Sociale
Il meccanismo della compensazione si attiva sotto la spinta di due istanze fondamentali, la volontà di potenza e il sentimento sociale, che provvedono a garantire la sopravvivenza dell’essere umano. Queste dimensioni psichiche si pongono al di sopra delle pulsioni con il preciso compito di regolare in ogni individuo sia gli impulsi istintuali che le attività coscienti. La volontà di potenza, con la spinta energetica che la contraddistingue, indirizza l’uomo verso le mete affermative; il sentimento sociale orienta la necessità che ha ciascun essere umano di cooperare con i propri simili e di compartecipare solidalmente alle loro emozioni. L’autentico stato di salute mentale corrisponde al pieno equilibrio e all’interazione armonica fra volontà di potenza e sentimento sociale.
• Aspirazione alla Superiorità
L’aspirazione alla superiorità, da intendersi come l’opposto del sentimento d’inferiorità, non è esattamente il corrispettivo dell’emergere sugli altri né una meta di potere o di dominio, come richiede la volontà di potenza, ma una vera e propria “gara”, che l’individuo indice con se stesso, non per competere con i propri simili, ma per raggiungere la perfezione. Scrive Adler a questo riguardo: «La meta di superiorità è personale e unica per ciascun individuo e dipende dal significato che egli dà alla vita»
• Stile di Vita
Sin dalla primissima infanzia l'essere umano organizza, attraverso un graduale processo di selezione e di adattamento dinamico, una soggettiva visione di sé stesso e del mondo per mezzo della quale opera tutte le scelte che paiono adeguate e rifiuta le risoluzioni che non sembrano produttive. Ogni persona soddisfa le richieste della volontà di potenza e del sentimento sociale secondo una considerazione di questo tipo: «il mondo è così, io sono fatto così, perciò...». La deduzione a cui giunge dà la misura del suo stile di vita, che è l’impronta psichica, unica e inimitabile che caratterizza ogni individuo e nella quale confluiscono i tratti del comportamento, i pensieri, le idee, le opinioni, le emozioni e i sentimenti. Tali dimensioni psichiche si armonizzano al servizio di precipue finalità, risultanti dal compromesso fra le esigenze individuali e le istanze sociali. Lo stile di vita si forma a diversi livelli di consapevolezza, ma l’apporto dell’inconscio è sicuramente prioritario.
• Finzione
In questa visione della psiche creatrice del suo personale piano di vita, lafinzione è una modalità, in vario modo non obiettiva, di valutare se stessi e il mondo, concepita in appoggio alle finalità che l’individuo vuol perseguire. Le finzioni si strutturano nella prima infanzia, per poi attenuarsi, di norma, nell'età adulta. Tuttavia, l'uomo tende a elaborare finzioni per tutta la vita e a utilizzare, a seconda delle necessità artifici di tipo positivo o negativo. Si considerano finzioni positive o vitali quelle finzioni caratterizzate da compartecipazione emotiva e quindi socialmente utili; sono definite invece finzioni rafforzate quelle finzioni che, sotto le spinte antisociali della volontà di potenza, perseguono finalità illecite, ostili o vendicative.
• Sé creativo
«Non sono né l’eredità né l’ambiente che determinano la relazione col mondo esterno. L’eredità gli assegna solo alcune doti. L’ambiente gli fornisce solo alcune impressioni. Queste doti e impressioni e la maniera in cui egli ne fa “esperienza”, cioè l’interpretazione che egli dà di queste esperienze, sono i mattoni che egli usa nelle specifiche modalità “creative”, per costruire le proprie attitudini verso la vita» Con queste parole Adler ha inteso esprimere quel concetto che, successivamente, sarà definito “Sé creativo”.